le cifre degli infermieri in Italia ai tempi del coronavirus.

Mancanza di letti ospedalieri, pochi infermieri e mancanza di laureati: la fotografia di un paese che resta da anni al di sotto della media.

Un importante campanello d’allarme lanciato da FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) segnala che nel 2023 in Italia mancheranno 58.000 infermieri ed il dato è destinato a salire. Il sistema sanitario italiano, deve fare i conti con un grave fabbisogno da colmare. L’emergenza di queste settimane ha dimostrato che occorre affrontare le priorità di un settore così importante, non lasciare inascoltati gli appelli che vengono dal settore.

31.03.2020

10 minuti: tempo di lettura

quantità e distribuzione degli infermieri.

Le ultime registrazioni Istat [1] rilevano, nel nostro Paese, un totale di 351.000 addetti alle Professioni sanitarie infermieristiche. Il rapporto di tali addetti ogni mille abitanti è di 5,8. Come si può notare nel grafico 1, il nostro Paese è nettamente distanziato dalla media Ocse che, nel 2017, registrava una densità di 8,8 infermieri ogni 100 abitanti. Nel grafico 2 è possibile vedere come figurano i Paesi Ocse rispetto a densità di infermieri. I Paesi che si distinguono in positivo, Norvegia, Svizzera, Islanda, sono molto simili all’Italia in quanto ad aspettativa di vita alla nascita, che è rispettivamente di 82,7 anni, 83,6 e 82,7, mentre nel nostro Paese è di 83 anni [2]. I Paesi in fondo alla classifica invece, Messico, Cile e Turchia, hanno caratteristiche demografiche assai diverse e si distanziano anche in misura notevole rispetto all’Italia: in Turchia l’aspettativa di vita alla nascita è di 78,1 anni, in Messico di 75 [2]. 

Grafico 1. Infermieri. Densità per 1000 abitanti. Italia (2003-2018).

Grafico 2. Confronto con altri Paesi. Infermieri. Densità per 1000 abitanti. Anno 2017 (o anno più vicino).

In campo infermieristico, come in tanti altri settori, il nostro Paese fatica ad attrarre professionisti. Gli infermieri che lavorano in Italia, ma si sono formati all’estero sono il 5% della popolazione, a fronte del 7% della media Ocse. Anche il dato complessivo sui nati all’estero che esercitano la professione in Italia (10,7%) non ci fa ben figurare in quanto ad attrattiva, distanziandoci al ribasso dalla media totale dei Paesi Ocse del 16,2%. [3]

Stupirà apprendere invece che il rapporto della remunerazione degli infermieri ospedalieri rispetto al salario medio in Italia è pari alla media Ocse e cioè 1,1. I Paesi in cui gli infermieri vengono pagati di meno sono Lituania e Lettonia (rispettivamente con rapporti di 0,7 e 0,8) seguiti a pari merito da Svizzera, Finlandia e Francia (0,9) I Paesi “migliori” che pagano di più i lavoratori delle professioni infermieristiche sono Cile, Messico, Israele e Lussemburgo (con un rapporto di 1,8 i primi due e 1,5 i secondi due) [4].

un percorso normativo frastagliato per il riconoscimento della professione.

Il riconoscimento degli infermieri come professionisti segue un percorso tortuoso che inizia con la legge 1049 del 29 ottobre 1954 dando vita ai Collegi delle infermiere professionali, vigilatrici d’infanzia e assistenti sanitarie visitatrici [5]. Il traguardo principale avviene molti anni dopo, nel 1994, quando il decreto ministeriale n. 739 [6] regolamenta i profili professionali degli infermieri, riconoscendogli le dovute alte competenze, sebbene il percorso formativo infermieristico sia divenuto esclusivamente di carattere universitario soltanto nel 1999 [7]. Ad oggi, il fabbisogno di infermieri all’interno degli ospedali pubblici e privati viene calcolato secondo una formula stabilita dalle normative che deve tenere conto di una proporzione che mette in rapporto il numero di letti a disposizione e il numero di ore di assistenza richieste dai pazienti a seconda delle diverse patologie. Un vincolo complesso da stabilire che non si astiene dal generare paradossi. Nel grafico 3 è possibile infatti vedere come si colloca l’Italia nel rapporto tra numero di dottori e numero di infermieri ossia 1,5 infermieri per ogni dottore. Un dato che certo non può corrispondere ad una puntuale soddisfazione del fabbisogno se si considera che le mansioni infermieristiche sono le più disparate e oltre alla cura diretta dei pazienti, gli infermieri si occupano del rifornimento dei magazzini dei singoli reparti, dell’organizzazione dei ricoveri e dell’accettazione, dell’assistenza anche emotiva dei pazienti e così via [8].

Grafico 3. Rapporto tra numero di dottori e numero di infermieri (2017 anno più recente).

mancanza di letti.

I grafici 4 e 5 mostrano la posizione dell’Italia rispetto alla media Ocse e il confronto con gli altri Paesi in quanto al totale di letti ospedalieri ogni mille abitanti. Alla luce di quanto prima espresso, un già scarso numero di presenze di infermieri va messo in relazione con un’ancor più scarsa disponibilità di letti che di anno in anno va peggiorando. Il dato è ancor più grave se si tengono a mente i dati sulla demografia che ci collocano tra i 3 Paesi più anziani del Paese insieme a Germania e Giappone, i quali risultano in cima alla classifica con 13,1 e 8 letti ogni 1000 abitanti.

Grafico 4. Totale letti ospedalieri per 1000 abitanti. Italia (2003-2017).

Grafico 5. Confronto con altri Paesi. Totale letti ospedalieri per 1000 abitanti. Anno 2017 (o anno più vicino).

mancanza di laureati.

In Italia i giovani che si laureano in scienze infermieristiche sono meno della metà rispetto alla media Ocse (grafico 6). Rispetto al complesso dei Paesi sui quali vengono effettuate le rilevazioni ci collochiamo addirittura tra gli ultimi posti (grafico 7).

Grafico 6. Laureati. Densità per 1000 abitanti. Italia (2003-2016).

Grafico 7. Confronto con altri Paesi. Laureati. Densità per 1000 abitanti. Anno 2017 (o anno più vicino).

prospettive future.

Ai tragici dati sul presente degli infermieri si aggiungono le ancor più tragiche prospettive future. Le previsioni Excelsior (Unioncamere) riportano il settore sanitario in cima alla quasi totalità delle previsioni sui fabbisogni futuri. Nel marzo 2019 la Federazione FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) segnalava che “oggi rispetto alla domanda dei cittadini ci sono circa 30.000 infermieri in meno che diventeranno – visto che le proiezioni vanno di moda – 58.000 in meno nel 2023; circa 71.000 in meno nel 2028 e quasi 90.000 in meno nel 2033.”.

Per ricordare quanto sia fondamentale fornire una pronta risposta al fabbisogno di infermieri può essere utile uno stimato studio del 2015 pubblicato sul “British Medical Journal” che oggi più che mai suggestiona riflessioni sulle circostanze odierne. In tale studio, un monitoraggio effettuato su un campione di ospedali inglesi stabiliva come il tasso di mortalità in ospedale cala di ben il 20% quando ogni infermiere ha in carico non più di sei pazienti, rispetto ai contesti in cui il carico supera i dieci assistiti [9].

note

[1] Istat, dato 2017.

[2] Ocse, Aspettativa di vita alla nascita (anno 2017 o più recenti).

[3] Ocse, dati 2015/2017.

[4] Ocse. I dati si riferiscono al 2017 o anni più recenti.

[5] Legge 1049 del 29 ottobre 1954, Istituzione dei Collegi delle infermiere professionali, delle assistenti sanitarie visitatrici e delle vigilatrici d’infanzia.

[6] Decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 739, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere.

[7] Fonte: Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione anagrafica delle Professioni Sanitarie).

[8] Portale dei Fabbisogni Professionali Inapp- Istat. C.P. 3.2.1.1.1. Professioni sanitarie ed infermieristiche.

[9] Registered nurse, healthcare support worker, medical staffing levels and mortality in English hospital trusts: a cross-sectional study, British Medical Journal, 2016.

bibliografia.

Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione anagrafica delle Professioni Sanitarie)

Decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 739, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere.

FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), Legislazione.

OECD (2019), Health at a Glance 2019: OECD Indicators, OECD Publishing, Paris

OECD Health Statistics 2019, online database.

OECD (2019), Recent Trends in International Migration of Doctors, Nurses and Medical Students, OECD Publishing, Paris

Istat, Personale sanitario, rilevazione 2017

Legge 1049 del 29 ottobre 1954, Istituzione dei Collegi delle infermiere professionali, delle assistenti sanitarie visitatrici e delle vigilatrici d’infanzia.

Peter Griffiths; Jane Ball; Trevor Murrells; Simon Jones; Anne Marie Rafferty, Registered nurse, healthcare support worker, medical staffing levels and mortality in English hospital trusts: a cross-sectional study, British Medical Journal, 2016

Portale dei Fabbisogni Professionali Inapp- Istat. C.P. 3.2.1.1.1. Professioni sanitarie ed infermieristiche.

Unioncamere-ANPAL, Sistema informative Excelsior, Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2019-2023).

categorie note