Ad ogni dimensione corrisponde un gruppo di indicatori relativi utilizzati per mapparla. I dati sono aggiornati al 2022 per circa i due terzi degli indicatori utilizzati (109 su 152) e al primo anno precedente disponibile per i restanti indicatori. La particolarità del rapporto 2022 è la presenza di un capitolo aggiuntivo che riflette sull’evoluzione recente del benessere, in particolare rispetto ai territori e alla suddivisione per genere ed età.
Nel complesso, la dimensione che ha raggiunto i maggiori progressi è quella relativa alla sicurezza, mentre all’ultimo posto troviamo le relazioni sociali.
Il confronto con la UE: tanti NEET e poca occupazione, soprattutto femminile.
Nel confronto con i Paesi europei l’Italia si posiziona complessivamente in svantaggio. Risultano particolarmente gravi per il nostro Paese a confronto con la media UE a 27 Paesi:
la quota di NEET, giovani che non studiano e non lavorano (circa 10 punti percentuali in più);
il tasso di occupazione (di circa 10 punti inferiore);
il tasso di occupazione femminile (di circa 15 punti inferiore).
I principali indicatori rispetto ai quali ci posizioniamo in vantaggio rispetto alla media UE27 sono invece:
tasso di omicidi (0,4 punti percentuali in meno);
speranza di vita alla nascita (1,4 anni in più).
differenze territoriali: Nord-est e Sud ai poli opposti, anche per il benessere.
L’analisi degli indicatori a livello geografico evidenzia alcune differenze secondo le quali nel Nord-est gli indicatori si collocano nella fascia di benessere alto e medio-alto per il 60% e nella fascia di benessere basso e medio-basso per il 10%. Per il Sud accade il contrario: il 62% degli indicatori si colloca nei livelli basso e medio-basso e il 19,4% nei livelli alto e medio-alto.
Tra tutti gli indicatori, “benessere soggettivo”, ”innovazione”, “ricerca e creatività” e “sicurezza” sono quelli che troviamo ai primi posti tra gli aspetti per i quali ad un miglioramento del dato nazionale corrisponde anche un miglioramento su base regionale, con un appianarsi delle distanze tra le regioni. “Ambiente, paesaggio e patrimonio culturale”, “benessere economico” e “sicurezza” sono invece gli indicatori che presentano le maggiori diseguaglianze nel confronto tra le diverse regioni.
differenze di genere: peggiore la condizione delle donne rispetto a quella degli uomini.
Anche nell’edizione 2022 risultano presenti differenze di genere che penalizzano le donne. Su 86 indicatori che la misurano, la parità di genere viene registrata in soli 26.
Per 34 indicatori si registra uno svantaggio femminile, in particolare per “lavoro e conciliazione dei tempi di vita”, “politica e istituzioni”, “relazioni sociali”, “benessere economico e benessere soggettivo”.
Lo svantaggio maschile è segnalato invece per 26 indicatori, i cui principali sono “salute” e “istruzione e formazione”.
differenze per classi d’età che penalizzano i giovani
Circa la metà degli indicatori registra un miglioramento rispetto al periodo pre-pandemia sia per i giovani che per gli adulti. La categoria degli adulti (45-54) risulta quella nelle condizioni migliori rispetto ai giovani e si riscontrano, nel complesso, delle forti polarizzazioni tra le diverse generazioni.
Per gli adulti di 45-54 anni le categorie che si sono posizionate meglio sono “lavoro e conciliazione dei tempi di vita”, “sicurezza”, “paesaggio e ambiente”, mentre le peggiori sono “salute” e “relazioni sociali”.
Per i giovani di 14-24 anni gli indicatori che si sono posizionati peggio rispetto al benessere sono quello relativo alla “salute” e tutti gli indicatori del campo “istruzione e formazione” (fruizione delle biblioteche, partecipazione culturale fuori casa, lettura di libri e quotidiani).
Le categorie che riportano i maggiori svantaggi per i giovani rispetto agli adulti, in linea con quanto già accadeva nel periodo pre-pandemia sono quelle del “lavoro e conciliazione dei tempi di vita” (svantaggio registrato per tutti e 7 gli indicatori per i giovanissimi e su 8 indicatori su 12 per la fascia 25-34) e “benessere economico”.
osservazioni
I principali dati che emergono da questo rapporto relativo al benessere equo e sostenibile sono in linea con ciò che emerge da altre e diverse ricognizioni. Tra le categorie di cui viene data evidenza nel rapporto possiamo notare come ci sia infatti una corrispondenza tra gli elementi che riscontrano maggiori difficoltà dentro e fuori dal contesto del benessere: donne e giovani. Nei dati intravediamo delle conferme e le vediamo da subito, a partire dalle indicazioni fornite dal confronto europeo. L’istruzione e la cultura personale si confermano come il passaporto migliore per agevolare la propria condizione cercando di appianare le divergenze presenti e di affermarsi come individui all’interno della società, anche al di fuori del contesto lavorativo. Certo, la buona volontà da sola non può tutto, ed è per questo che agli sforzi che si domandano alle categorie più “fragili” devono corrispondere sforzi molto più grandi provenienti dall’esterno e operanti a favore del miglioramento delle condizioni di vita di ciascuno.