conoscenze STEM, digitalizzazione ed attenzione al cliente: come cambiano le conoscenze nelle nuove professioni Istat.

Con il 2023 Istat ha introdotto la nuova Classificazione delle Professioni. Tra le varie modifiche, anche l’inserimento di 7 nuove professioni di carattere tecnico e scientifico. L’identità ed il quadro delle competenze richieste a queste nuove occupazioni rispecchiano bene ciò di cui si dà evidenza da tempo ossia l’importanza crescente delle competenze STEM (acronimo inglese per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), l’impatto della digitalizzazione e del trend demografico e la crescente attenzione al cliente.

05.04.2023

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la classificazione Istat e la sua utilità per i cittadini


Lo strumento principe utilizzato in Italia per catalogare e dunque, poter analizzare, le professioni è rappresentato dalla Classificazione delle Professioni Istat, uno strumento che viene aggiornato con cadenza decennale e che associa a ciascuna professione un codice professionale, CP, che permette di raggruppare e categorizzare ogni occupazione in una struttura gerarchica. Il riconoscimento da parte di Istat avviene tramite un processo complesso che coinvolge istituzioni e soggetti formativi e rappresenta un traguardo importante sotto vari aspetti. Non soltanto infatti i codici permettono di monitorare le professioni e di effettuare rilevazioni statistiche. Il codice CP di riferimento per la professione che si svolge permette ai singoli di inserirsi agevolmente nel contesto dei database nazionali (Atlante del Lavoro di Inapp), europei (Il portale ESCO della Commissione Europea) ed internazionali (il portale ISCO di ILO). In questo modo è possibile disporre di una serie di informazioni importanti riguardo la propria professione che facilitano l’apprendimento di nuove competenze, le transizioni di carriera, la mobilità internazionale e molto altro.

le 7 professioni riconosciute nella CP2021

Il 2023 si è aperto con l’annuncio dell’adozione della nuova classificazione, la CP2021, che sostituisce la precedente CP2011. Le modifiche consistono in un affinamento dei codici, perfezionati ora tutti fino alla quinta cifra, alcuni spostamenti tra professioni e relativo codice, un aggiornamento dell’allineamento dei codici nazionali con gli standard internazionali e soprattutto nell’inserimento di 7 nuove professioni che sono quindi oggi riconosciute ufficialmente. Le nuove professioni sono:

le professioni che emergono:

  • ● Ingegneri dell’automazione

  • ● Pedagogisti

  • ● Specialisti nella conservazione dei beni culturali

  • ● Tecnici dei sistemi informativi geografici (GIS)

  • ● Tecnico biologo

  • ● Tecnologi alimentari. 


Si tratta di professioni appartenenti a gruppi medio alti, quello delle professioni intellettuali e scientifiche di elevata specializzazione (gruppo 2) e quello delle professioni tecniche (gruppo 3). Già questo primo dato appare coerente con un mercato del lavoro che da tempo avanza la necessità (e segnala la mancanza) di personale fortemente qualificato.

i megatrend per il futuro nel quadro delle nuove professioni

Entrando nel dettaglio delle professioni possiamo notare come si tratti di lavori orbitanti intorno ad alcuni dei principali megatrend che osserviamo per gli anni a venire. Vi è il tema della digitalizzazione, trasversale ai profili, ma rappresentata in maniera unica proprio dalla presenza degli ingegneri dell’automazione, che utilizzano le tecnologie per l’innovazione dei processi.

Vi è il tema demografico, individuabile direttamente nell’attività del pedagogo, che si occupa di sviluppare il potenziale umano e apprenditivo sia per i bambini che per gli adulti, ma la demografia non tocca soltanto questa professione. Un’attenzione agli scenari demografici futuri si può leggere anche nell’inserimento dei tecnici biologi per via della loro attività in ambito biotecnologico, biomolecolare, biomedico che si rivelerà certo fondamentale in un contesto di invecchiamento della popolazione. A ciò si aggiungono poi i tecnologi alimentari, che si occupano, tra le varie attività, anche dell’analisi e dell’individuazione di nuove sostanze alimentari.

Quest’ultima attività si lega infine al tema della sostenibilità, elemento al cuore dell’attività dell’ergonomo, il quale studia l’attività umana in relazione alle condizioni ambientali in cui essa si svolge, alle tecnologie di cui dispone e al contesto in cui opera al fine di migliorarla.

analisi dei profili

Per osservare da vicino le caratteristiche di queste 7 nuove professioni abbiamo comparato le liste delle prime 10 conoscenze che caratterizzano ciascuna di esse secondo un indice di importanza, comparando i dati presenti nei database che abbiamo citato precedentemente insieme a quelli del portale statunitense O*Net. Abbiamo replicato poi lo stesso lavoro per skill e abilità, comparando le liste ottenute per verificare quali voci comparissero con maggiore frequenza.

alfabetizzazione al primo posto 

Al primo posto per tutte e tre le categorie in esame troviamo l’alfabetizzazione. Sembrerà un’informazione banale, ma non lo è. Saper parlare correttamente nella propria lingua madre, comprendere testi scritti, saper ascoltare attivamente e sapersi esprimere pesano in maniera forte nel quadro delle competenze richieste. Le voci relative all’alfabetizzazione ricoprono il primo posto per le conoscenze e le prime quattro posizioni sia per la richiesta di skill che di abilità. Ciò ribadisce quanto sia fondamentale la formazione di base, anche e soprattutto per ricoprire carriere tecniche e scientifiche come sono la gran parte di quelle che stiamo analizzando. Il peso che viene dato agli aspetti comunicativi è inoltre interessante se osservato sotto la luce del cambiamento dei canali attraverso i quali comunichiamo, sempre più tecnologici, e anche dei destinatari ai quali ci rivolgiamo. Che sia per dialogare, per programmare o inserire comandi in una macchina, la correttezza con la quale si recepisce e ci si esprime resta un elemento chiave.

competenze STEM e digitali

Subito dopo l’alfabetizzazione troviamo nel quadro delle attività delle 7 professioni in analisi la presenza di competenze STEM, acronimo inglese per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Tutte queste conoscenze, ad eccezione della scienza, sono presenti nella lista delle conoscenze più importanti per queste professioni insieme alla conoscenza del computer e degli strumenti elettronici.

pensiero critico, formazione continua ed attenzione agli altri

Un ultimo elemento che richiama l’attenzione e che tra le prime dieci conoscenze, skill e abilità richieste alle nuove figure compare più di una volta è il tema della formazione, declinata nel senso di possedere un’istruzione, ma anche essere in grado di apprendere attivamente. Insieme a ciò la richiesta di possedere una mente critica, capace di monitorare, gestire, prendere decisioni e risolvere problemi complessi, ragionare in maniera induttiva e deduttiva. Ne possiamo dedurre un quadro nel quale l’elasticità mentale svolge un ruolo determinante per permettere di svolgere correttamente il proprio lavoro, ma anche di sapersi reinventare nel corso del tempo per adattare la propria attività ai cambiamenti repentini del mercato del lavoro che già vediamo oggi. 

In ultimo, tra le conoscenze, abilità e skill più richieste emergono la percettività sociale e l’attenzione al cliente e alla persona. I due elementi ben si inseriscono in un trend meno impattante di quelli citati in precedenza, ma presente, ossia la crescente attenzione al cliente/utente e dunque anche la capacità di modellare prodotti e servizi in base al tipo di personalizzazione richiesta da chi ne fruisce.

la funzione del dialogo tra mercato del lavoro, mondo formativo e istituzioni

Il breve esercizio che abbiamo condotto ci ha permesso di conoscere meglio le sette nuove professioni inserite nella codifica Istat. L’identità di queste occupazioni e la composizione del loro quadro delle competenze sembrano dare una risposta coerente agli appelli che da tempo vediamo comparire sui quotidiani, la necessità di competenze STEM in primis, ma anche il bisogno di essere pronti ad affrontare i megatrend già presenti, come digitalizzazione e sostenibilità, e quelli che ci aspettano dietro l’angolo, come i cambiamenti demografici. Il circolo virtuoso di domanda e risposta tra mercato del lavoro e riconoscimento istituzionale può avvenire se i due interlocutori comunicano in maniera fruttuosa con il loro terzo interlocutore, il mondo formativo. Torniamo anche in questo caso, ironicamente, a sottolineare l’importanza della buona comunicazione: un dialogo continuo e trasparente tra questi tre attori è uno strumento fondamentale per sopperire alle necessità, diminuire il mismatch e preparare gli studenti per i lavori che verranno. 

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