Perché il tasso di disoccupazione diminuisce?
In un periodo di alta volatilità assistiamo ad incrementi marginali dell’occupazione e degli inattivi.
Naturalmente il saldo inattivi, occupati, disoccupati è un saldo che ha una componente residua dovuta a motivi demografici (ingresso e uscita dallo stato di inattivo 15-64 anni e grande partecipazione degli over 65 nell’occupazione).
Come sappiamo il blocco dei licenziamenti è ancora in atto e sembra che il governo Draghi lo prorogherà almeno fino alla fine di Giugno.
Ma è solo questo il motivo di questo calo?
Un tema che si sta rivelando molto attuale è quello degli inattivi, coloro che non sono occupati e che non cercano attivamente lavoro.
Il calo del tasso di disoccupazione, quindi, non per forza riflette solo una più alta occupazione. Potrebbe essere lo specchio del passaggio degli individui da una condizione di ricerca di lavoro attiva ad una condizione di scoraggiamento e non ricerca.
Da Ottobre a Dicembre 2020 il tasso di inattività è cresciuto dello 0,4% passando dal 35,7% al 36,1%.
Cosa sarebbe successo all’andamento delle due variabili in assenza del blocco dei licenziamenti e se gli individui classificati come inattivi ricadessero nella classe dei disoccupati?
Dove andremo?
Siamo in presenza di aspettative di vigorosa ripresa: l’Ocse prevede per l’Italia un rimbalzo del 4,1% nel 2021 (OECD economic outlook, interim report strengthening the recovery: the need for speed, Marzo 2021).
La preoccupazione è che questa ripresa venga frenata dalla stessa difficoltà di reperimento che si è riscontrata tra il 2018 e il 2019.